(ri)velato # 5 - Specifico letterario atesino

È davvero possibile una letteratura atesina contemporanea? (ri)velato: spin off, curiosità e dietro le quinte del mio primo romanzo.

Paesaggio della Bassa Atesina

C'è un aspetto chiave de Il velo che, nella telegrafica recensione pubblicata nella sua colonna su Salto, il giornalista Maurizio Ferrandi riesce a cogliere con una certa perspicacia.

Appoggiandosi al saggio Scorci di un confine, antologia dedicata dallo storico Carlo Romeo all'Alto Adige nella letteratura italiana degli ultimi cent'anni, Ferrandi nota che:

nel nuovo secolo pare che i narratori trovino sempre più avvincente l’ambientare le storie in un territorio i cui elementi di fascino si combinano con contraddizioni antiche e recenti.

Una descrizione, questa, che a Il velo calza in modo pertinente, inserendo così il romanzo in una prima, timida fioritura di narrazioni in cui le contraddizioni del territorio emergono da quel fondo di fascino e idillio che, per lungo tempo, è stata, e in alcuni casi continua a essere, una delle principali chiavi di lettura per l'Alto Adige.

Ad accomunare queste narrazione è, almeno mi pare, la ricerca di uno specifico letterario atesino contemporaneo.

Una formula per la quale sono debitore - ed è un debito che andrà saldato nel corso della promozione del romanzo - al lavoro di Davide Gritti e Nicolò Tabarelli.

Sono stati loro a introdurmi a questo concetto per la prima volta, nel corso della call in cui mi presentarono il progetto della rivista letteraria che avevano in mente di realizzare e per la quale mi stavano chiedendo un racconto, La carne delle cose, che, all'inizio del 2021, troverà posto nel primo (di quattro totali) numero di quella che sarebbe diventata Manaròt.

Ricordo, di quella call, che si svolse in un sabato pomeriggio, nel cuore del primo lockdown.

Il velo non esisteva ancora nella sua forma attuale, che avrebbe cominciato a definirsi solo un anno più tardi, grazie al lavoro di coaching fatto insieme a Sara Mazzini.

Esistevano, invece, una serie di materiali preparatori, pensati inizialmente come reportage narrativo, ma privi dell'architettura necessaria a sostenere il racconto che avevano l'ambizione di presentare al pubblico.

La successiva elaborazione di quei materiali è stata, lo vedo ora che il romanzo è uscito, pesantemente influenzata dall'ambizione di provare a circoscriverlo, quello specifico letterario atesino contemporaneo che Davide e Nicolò avevano individuato.

L'idea che esistesse un nucleo di temi, figure, voci e stili in grado di esprimere, attraverso la scrittura letteraria, delle specificità proprie del territorio atesino e, nel farlo, quel nucleo sapesse parlare ed entrare in relazione con le tendenze più vitali del dibattito letterario nazionale era un'idea potente, che mi ha catturato fin dal primo istante.

C'è infatti, alla base della mia scrittura, il desiderio di realizzare una letteratura contemporanea in grado di dialogare col dibattito nazionale, senza per questo rinunciare alla sua specificità locale. Il velo è il mio primo, compiuto tentativo di muovermi in questa direzione.

Un percorso non facile, non solo, ma anche per la fragilità dell'editoria locale, che proprio la vicenda di Manaròt mette in evidenza.

Che un progetto di rivista in grado di esprimere l'elevata qualità letteraria ed editoriale che Manaròt ha espresso avrebbe certo meritato di sopravvivere più dei due anni che la rivista è durata e, soprattutto, di beneficiare del supporto da parte di una casa editrice strutturata e abbastanza lungimirante da capire che gli autori individuati da Gritti e Tabarelli avevano tutti, nessuno escluso, prospettive di sviluppo in grado di posizionarli con efficacia sulla scena letteraria italiana.

Purtroppo, del senno di poi son piene le fosse. Quello che conta, oggi, è che l'idea di uno specifico letterario atesino contemporaneo è stata formulata e lo sciame sismico che ha creato mi sembra tutt'altro che destinato ad esaurirsi.

Un auspicio che, mi auguro, i manarottiani non lasceranno cadere nel vuoto.

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Il velo è il mio primo romanzo. È fuori dal 21 aprile 2023 per le edizioni alphabeta. Lo trovi in libreria e in tutti gli store digitali. Se vuoi saperne di più leggi la scheda del romanzo.