Spore #15 - Faye
Perché "Speak like a child" è uno degli episodi più belli e toccanti di Cowboy BeBop? Te lo racconto nel numero #15 di Spore.
In questo numero di Spore vorrei raccontarti uno degli episodi che preferisco di una delle mie serie preferite: CowBoy Bebop. Non saprei dirti quanto questa serie abbia influenzato il mio gusto in fatto di storie. Se dovessi tirare a immaginare direi: parecchio.
Non so se tu l'abbia vista. Se non lo hai fatto, fallo. La trovi su Netflix. In ogni caso, per quanto riguarda il tema di questa newsletter ti basti sapere che ogni personaggio di CowBoy Bebop ha un passato. Da cui fuggire. Da illuminare. Da ricordare.
Faye Valentine, per esempio, è tormentata da un passato che non ricorda.
Sola e travolta dai debiti, si è svegliata da un sonno criogenico durato quarantaquattro anni.
Poi, un giorno, all'improvviso, il suo passato si materializza sotto forma di una cassetta Betamax che, di fermo posta in fermo posta, finisce per esserle recapitata sulla tolda del BeBop, la nave di cacciatori di taglie a cui si è unita a un certo punto dopo essersi risvegliata.
Ignara del contenuto del pacco, timorosa che si tratti di un altro debito da aggiungere alla lista, Faye fugge. Fugge, a conti fatti, dal suo passato, lasciando ai suoi colleghi Jet e Spike il compito di decifrare il mistero della cassetta e del suo passato.
Per poterlo decifrare, i due dovranno spingersi nelle viscere della terra e recuperare un lettore in grado di schiudere ai loro occhi le immagini che quella cassetta custodisce.
Il passato, infatti, non è mai chiaramente disponibile alla nostra memoria. Senza il lavoro del ricordo e della rielaborazione, esso non è mai davvero accessibile.
Così, alla fine dell'episodio, l'intera ciurma del BeBop si ritrova per assistere alla rivelazione del segreto.
Le immagini cominciano a scorrere sullo schermo antidiluviano di un televisore. Tra glitch e scariche vi appare un'adolescente.
Ride e scherza con le amiche.
Racconta la sua vita e ne mostra scorci agli spettatori.
Nell'inquadratura successiva, la ragazza sta fissando la videocamera.
Inizia a parlare e si rivolge alla se stessa del futuro.
La esorta a non perdersi d'animo.
A mantenere accesa la fiamma che brucia in quell'anima adolescente e pure.
Faye ascolta in disparte quelle parole indirizzate a lei da se stessa. Nulla porta lo spettatore a pensare che la ragazza si sia riconosciuta in quelle immagini, ma l'espressione del suo volto ci ricorda quanto possa essere squassante la consapevolezza che, nel nostro passato, c'è, ancora e sempre, un ragazzino che fa il tifo per noi, non importa quante cose sbagliate abbiamo fatto o che persone orribili siamo diventate.
Per lei o per lui, tutto questo non conta. Ma ci vuole un coraggio non comune per diventare davvero gli eroi di noi stessi.
Cose che mi hanno dato sollievo o illuminato o migliorato
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Cose che ho fatto o che farò
- cheFare | Il secondo anno è sempre il più difficile (nella carriera di un freelance)
Una riflessione sul mio secondo anno da lavoratore indipendente e sul valore che l'identità professionale ha per un freelance. L'ho scritta per cheFare, che l'ha pubblicata sul suo almanacco. - Museion | Anatomia Urbana
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ōmega è una bizzarra rivista che parla di intelligenza artificiale su Instagram, Spotify e Substack. Per loro ho progettato un pezzo su come l'intelligenza artificiale sta modificando il nostro modo di ucciderci a vicenda. Spoiler: fa paura. - blog | La politica sudtirolese alla prova del political compass
Periodo frizzantino per la politica della mia provincia. Quindi ho provato a capirci qualcosa usando un meme famosissimo.
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