(ri)velato #4 - Tempo storico e tempo narrativo
Qui si parla dei privilegi e delle prerogative che un autore di romanzi può scegliere di rivendicare per il suo lavoro. (ri)velato: spin off, curiosità e dietro le quinte del mio primo romanzo.
Manfred indicò il cordone di polizia che attendeva poco più avanti. «Speriamo che oggi non siano di cattivo umore» disse ridendo nervosamente. «Non credo che alle bimbe piacerebbe vedermi conciato in faccia come un panda.» Io invece mi chiesi cosa ci facesse la polizia italiana schierata poco dopo il confine.
Thump. Thump. La risposta ebbe il tonfo sordo dei lacrimogeni sparati verso l’alto. Caricarono senza alcun preavviso. Il corteo fu preso alla sprovvista e sbandò, mentre i cordoni si sfilacciavano risalendo all’indietro la strada che passava accanto al centro commerciale. In prossimità della stazione i manifestanti più preparati si ricomposero, invitando gli altri a defluire attraverso un vicolo lungo i binari della ferrovia. Lo schieramento della celere avanzava battendo sugli scudi coi manganelli. Chi era stato a Genova nel 2001 ricordava ancora quel rumore sordo con preoccupazione.
Il velo si svolge nel tempo lungo di una gravidanza e, in questo lasso di tempo, mette in scena una serie di eventi che fanno parte della storia recente di Bolzano.
Perché oltre a essere la storia di un ragazzo che diventa padre, Il velo è anche un romanzo che prova a raccontare una decade, gli anni '10 del Duemila, in cui la mia città è cambiata in molti modi, di cui alcuni hanno già lasciato un segno tangibili mentre gli effetti di altri sono ancora di difficile lettura.
Nel corso della lavorazione del romanzo mi sono chiesto più volt, e come me anche le persone che ci hanno lavorato, se fosse legittimo, come alla fine abbiamo scelto di fare, privilegiare il tempo narrativo su quello storico.
La manifestazione anarchica al Brennero raccontata in uno dei capitoli finali del libro, per esempio, non solo non si è svolta nel periodo dell'anno in cui è collocata all'interno del romanzo ma ha avuto anche una dinamica che è in parte diversa da quella che ho creato nella finzione, per progettare la quale ho attinto ad altre esperienze analoghe.
Nel tempo storico, quei fatti si sono svolti nel 2016 quando, al Brennero, furono almeno tre le manifestazioni di rilevanza nazionale organizzate per protestare contro il blocco del confine deciso dal governo austriaco per impedire il transito ai migranti in viaggio verso il Nord Europa.
Ciononostante, nell'economia narrativa del romanzo, quell'episodio aveva la funzione di cementare il rapporto tra due personaggi che, di lì a poco, entrerà in crisi in quella che sarà la morte e resurrezione del protagonista prima della resa di conti che chiuderà la vicenda del romanzo.
Dal punto di vista strutturale, la manifestazione non poteva che svolgersi in quel punto del racconto e, pertanto, ci siamo risposti che, quando si maneggia la finzione, all'autore è concesso il privilegio di rivendicare, per il suo lavoro, una serie di prerogative, di cui quella di piegare il tempo storico sul tempo narrativo è una di queste.
Dopotutto, quello di cui Il velo fa parte è e resta un universo di finzione, attraverso la cui lente diventa però possibile leggere la realtà da cui questo universo emana.
Questo, mi pare, sia tutto quello che conta.