Facebook di gravità permanente
Facebook Instant Articles è una nuova funzione introdotta sul social network più famoso del mondo. Gli sviluppatori della piattaforma l'hanno pensata per dare agli editori un nuovo modo di creare e distribuire i loro contenuti.
La notizia era nell'aria ormai da qualche tempo; editori e Facebook stavano lavorando insieme a una soluzione per portare all'interno della piattaforma i contenuti prodotti da alcune delle testate giornalistiche più famose al mondo.
Quella soluzione oggi è realtà. Con un post pubblicato nella giornata di ieri, il product manager di Facebook Michael Reckhow ha presentato al pubblico Facebook Instant Articles.
Si tratta di una tecnologia che permette di creare articoli interattivi e multimediali da leggere direttamente all'interno di Facebook. Anzi da leggere direttamente nell'app di Facebook. Il video di presentazione infatti vengono mostrati esempi di Instant Articles esclusivamente in mobile.
Oltre a creare testi personalizzando gli stili e i font, Facebook Instant Articles permette di valorizzare le foto e i video, ovvero le due tipologie di contenuto in grado di sviluppare i tassi più alti di engagement.
Per distribuire foto e video Instant Articles utilizza alcune delle tecnologie già sperimentate da Facebook negli ultimi anni. I video caricati negli articoli si avviano in autoplay e hanno tempi di caricamento 10 volte più rapidi rispetto agli attuali standard mobile. Inoltre è possibile osservare le foto sfruttando le funzionalità giroscopiche degli smartphone. Basta cliccarle per ingrandirle e tramite un movimento del polso si può navigare la foto nella sua interezza.
Se questa cosa non vi suona nuova è perché la stessa funzionalità era presente in Facebook Paper, un altro prodotto presentato lo scorso anno dagli sviluppatori del social network. Proprio il confronto con Paper permette di illuminare quella che è stata la strategia con cui Facebook sta sviluppando i propri prodotti dedicati al mondo editoriale.
Fin'ora il rappporto tra gli editori e il social network seguiva una logica centrifuga. Facebook forniva agli editori accesso a un pubblico potenziale e alla vasta mole di dati raccolta su di esso dalla piattaforma. Gli editori usavano Facebook come veicolo di traffico verso i loro siti e attraverso gli strumenti forniti di targeting, gli editori potevano segmentare il loro pubblico per migliorare la resa dei propri contenuti.
Ma questo meccanismo , consolidato, probabilmente non faceva piacere a Facebook, il cui obiettivo è quello di trattenere gli utenti sul sito, non di favorirne l'uscita. Inoltre, per necessità di monetizzazione, Facebook ha da tempo operato per ridurre la portata dei contenuti pubblicati sulle pagine aziendali, con lo scopo di spingere editori e brand a utilizzare i suoi servizi di promozione a pagamento.
L'introduzione di Facebook Instant Articles segna perciò un'inversione nella direzionalità del rapporto tra piattaforme e produttore di contenuti. Da centrifuga, la logica che governa il rapporto tra Facebook e i produttori di contenuti diventa centripeta.
Una tendenza che non è limitata a Facebook. Già altre piattaforme, ad esempio Snapchat con Discover, stanno sperimentando soluzioni per dare ai produttori di contenuti la possibilità di pubblicare i loro materiali direttamente al loro interno.
Quello a cui stiamo assistendo è un cambiamento che ha tutti i crismi per essere considerato epocale. Fino a poco tempo fa era una convinzione diffusa che affidare a terzi i propri contenuti fosse un'abitudine da evitare. I termini di servizio delle principali piattaforme social sono opachi per quanto riguarda la gestione della proprietà dei contenuti. Per molti esperti di digitale l'unico modo per mantenere un totale controllo sul proprio lavoro era (ed è ancora) quello di pubblicarlo su un dominio di proprietà.
Ma quanto più le piattaforme social tendono a coincidere con internet stesso, tanto più questa percezione viene a modificarsi. Lo dimostra il caso di reported.ly, il progetto di real time journalism creato da Andy Carvin per First Look Media che si appoggia esclusivamente a Medium, Twitter, Storify per creare e distribuire i propri contenuti.
Nel caso di Facebook, Instant Articles è solo un tassello all'interno di una strategia che sembra tenere conto in modo molto preciso di quanto questa tendenza si stia affermando. Le voci secondo cui Facebook starebbe sviluppando un motore di ricerca proprietario sono un ulteriore conferma che il colosso di Palo Alto mira a creare un ecosistema sempre più autosufficiente.
Quali conseguenze produrrà l'approfondirsi di questa tendenza sulla fisionomia della nostra cultura, oggi possiamo solo provare a immaginarlo. Di sicuro quello che vivremo negli anni a venire sarà un web diverso da quello che viviamo oggi.