"Sulle Alpi di Daniele Zovi" su Il Tascabile
Una recensione del libro "Sulle Alpi" di Daniele Zovi, scritta per e pubblicata su "Il Tascabile".
L'interesse per lo spazio alpino che sto coltivando negli ultimi tre anni deriva da una sensazione, quella che le Alpi restituiscano in modo più evidente e intenso alcune delle tensioni centrali della contemporaneità.
Ad amplificarle sono gli effetti del riscaldamento globale che, a causa della delicatezza dell'ecosistema alpino, si dispiegano in modo più accentuato, accelerando processi che altrove si danno in modo più lento.
Allo stesso modo, dal punto di vista sociale ed economico, queste tensioni danno allo spazio alpino una valenza laboratoriale che lo rende particolarmente vivace e interessante.
Credo siano questi i motivi per cui, negli ultimi anni, ci sia un'abbondante produzione editoriale che le Alpi mette al centro della sua attenzione, raccontandole con una certa varietà di approcci e stili diversi: dalla saggistica alla narrativa, passando per tutta una serie di approcci ibridi.
Di questa produzione fa parte, ed è probabilmente uno dei testi migliori, Sulle Alpi di Daniele Zovi.
Uscito intorno alla metà dello scorso anno per i tipi di Raffaello Cortina Editore, è un libro di cammino che ha la sensibilità di intrecciare al racconto delle Alpi le tante tensioni che le attraversano di questi tempi.
Nel recensirlo per Il Tascabile ho usato il testo per sviluppare una delle linee meno (non ancora?) risolte nel mio lavoro di ricerca sullo spazio e l'immaginario alpino: la sua decolonizzazione.
A partire dalla metà del Settecento, infatti, le Alpi vengono costruite come gesto di appropriazione fisica e culturale dello spazio da parte delle élite urbane europee che impongono loro e alle popolazioni autoctone un modello alieno, ridisegnando a proprio uso e consumo stili di vita e usanze.
Un passaggio problematizzato ma, almeno a mio avviso, non ancora risolto o messo in discussione da un gesto aperto e deciso.
Un gesto - o più gesti - che potrebbe aprire interessanti possibilità di rilettura e ricostruzione dello spazio e dell'immaginario alpino in un periodo in cui, mai come prima d'ora, i vecchi sguardi e le vecchie cornici concettuali sono attraversate da una crisi che ne mette profondamente in discussione l'adeguatezza.
Ritornare alla dimensione materiale delle Alpi può essere un modo per elaborare il lutto suscitato da questa perdita ma non in modo resiliente, sopravvivendo a esso senza modificare nulla, quanto piuttosto in modo “antifragile”, cambiando il nostro immaginario mentre impariamo ad adattarci alle conseguenze della trasformazione che stiamo attraversando. Sulle Alpi. Un viaggio sentimentale (2024) dello scrittore Daniele Zovi è un libro che può esserci di aiuto nell’orazione funebre che stiamo celebrando per l’immaginario alpino.