"Il vecchio fiume" su Il Tascabile
La recensione de "Il Danubio" (Keller Editore) di Nick Thorpe, apparsa su "Il Tascabile".
Oriente contro Occidente è un archetipo antico e profondo.
Intorno a questa polarità, spiega Ernst Jünger ne Il nodo di Gordio, si organizzano due atteggiamenti umani fondamentali, definiti da una serie di opposti: dispotismo e democrazia, società di massa e valore dell'individuo, terra e mare, incarnazione e rappresentazione del divino.
La loro contrapposizione presuppone però un'unita che questi due poli contribuiscono a formare, perché Oriente e Occidente rappresentano due atteggiamenti umani fondamentali, entrambi presenti in ogni individuo, organizzazione o società.
In nessun luogo questa polarità si presenta in modo evidente come lungo il corso del Danubio. O almeno questa è stata l'impressione che mi ha restituito la lettura di Il Danubio. Un viaggio controcorrete dal Mar Nero alla Foresta Nera, una densa e documentata non fiction di viaggio, scritta dal reporter britannico Nick Thorpe, che ho potuto recensire di recente per Il Tascabile.
Quello di Thorpe è il resoconto di una serie di viaggi che hanno condotto lo scrittore dalla foce alla sorgente del fiume. Un fiume che assolve in modo egregio alla sua funzione di limite, tra Oriente e Occidente, e soglia attraverso la quale le due polarità dell'archetipo si scambiano di posto, traducendosi a vicenda.
Ritratte dalla penna di Thorpe, le contraddizioni del nostro tempo di disegnano sulla mappa del fiume, raccontandoci di come cambiano le sue sponde al cambiare del tempo e degli equilibri politici. Di come il cambiamento non sia mai assoluto e uniforme ma presenti, invece, molte sfumature e zone grigie che hanno il potere di mettere in discussione le cose in crediamo.
Instabile come un fiume, il nostro giudizio sulla realtà viene messo alla prova dall'acuta diagnosi redatta da Thorpe che, in un periodo storico in cui lo scontro tra Oriente e Occidente torna a definire il corso della Storia, sfida gli assoluti per restituirci la dimensione molecolare di vite ed esistenze in cui rispecchiarci per tronare a provare un senso di comunità e umanità.
Il fiume e le sue rive sono state, a lungo, il cuore d’Europa: un’Europa antica senza la quale il continente che oggi abitiamo e la cultura che da esso irradia non sarebbero potuti esistere nella forma che hanno assunto. Una forma che, per riprendere ancora una volta il filo del pensiero di Jünger, deve tanto alla funzione di soglia esercitata dal fiume quanto a quella di confine naturale e politico che il Danubio ha ricoperto e ricopre tuttora. Si sussegue così, nelle pagine di Thorpe, una lunga teoria di rocche e fortezze che punteggiano il corso del fiume e ne sorvegliano gli snodi strategici. Ricordano un tempo di battaglie, scontri e stragi di cui il Danubio è stato testimone, e con esse il continuo formarsi e sfaldarsi di frontiere che, a volte, corrono lungo il letto del fiume mentre altre lo inglobano all’interno del grande spazio di una potenza politica anziché di un’altra.