La turbolenza - #elezioniprovinciali23

Nel consiglio provinciale uscito dalle elezioni di ottobre 2023 si specchia una società sudtiolese frammentate e animata da profondi cambiamenti. Un risultato che chiude un'era.

La turbolenza - #elezioniprovinciali23
Veduta del Lago di Braies.

Non fidatevi di chi, stamattina, vi racconta che tutto sommato si sapeva. Fino a poche settimane fa vi avrebbe detto che non sarebbe cambiato nulla, e invece.

Invece è successo.

Per la prima volta nella sua storia, la SVP scende, e di parecchio, sotto la soglia psicologica del 38%. Così, invece che imbarcare un partito italiano e governare, Arno Kompatscher dovrà mediare e cercare un terzo partner di giunta.

Il problema è che la composizione del consiglio riflette una società molto più frammentata di quanto moltə pensassero.

È un Alto Adige più spaventato di quanto si credesse, un Alto Adige, soprattutto quello di madrelingua tedesca, che guarda a destra e su cui pesa, e parecchio, l'ampio movimento di renitenza al vaccino.

C'è infatti l'ombra della pandemia su questo risultato elettorale, che segna un epoca e certifica l'evaporazione di una società che non esiste più.

Dare vita a una giunta, numeri alla mano, sarà un arduo lavoro di incastri, un puzzle in cui ci saranno sempre dei pezzi che non si incastrano gli uni con gli altri.

Facciamo un esempio?

Se Kompatscher decidesse di ignorare i segnali che arrivano dal suo gruppo etnico potrebbe dare vita a una giunta con, Partito Democratico, Verdi e Team K (opzione Jamaica). Un po' il suo canto del cigno se vogliamo ma, soprattutto, una scelta che alimenterebbe scontenti e instabilità nella SVP, un partito che cerca disperatamente una stabilità ormai perduta.

Le altre opzioni possibili non sono meno complesse. Facciamo un altro esempio?

Kompatscher potrebbe decidere di dare vita a una giunta di centro destra con Freiheitliche, Fratelli d'Italia e Lega. Una maggioranza risicata e fragilissima.

Si potrebbe dunque dire, facendo una battuta, che questo è un consiglio provinciale così italiano (cit. Tony Effe), forse fin troppo italiano (cit. Stanis La Rochelle).

Che non si dica quindi che non viviamo in tempi interessanti.