"La controffensiva ucraina, la ‘linea Surovikin’ e la prossima fase dell’invasione russa" su Valigia Blu

Il suo incedere lento, difficoltoso e opaco ha spinto molti commentatori, chi in buona fede e chi per propaganda, a dare per fallita la controffensiva ucraina iniziata nel mese di giugno.

La realtà, però, è ben diversa. La resistenza delle difese russe ha costretto i comandi ucraini ad adattarsi, rimodulando le tattiche usate per la controffensiva che è tutt'ora in corso.

Alla luce di questa consapevolezza, su Valigia Blu ho provato a fare il punto della situazione, descrivendo come procedono le operazioni e quali sono le prospettive per le prossime settimane.

Un articolo del New York Times, uscito a metà luglio, stimava che il 20% degli equipaggiamenti impiegati in battaglia nelle prime settimane della controffensiva fosse stato danneggiato o distrutto. Un tasso di attrito insostenibile per i comandi ucraini che, trovandosi nella condizione di dover preservare le risorse umane e materiali a loro disposizione, si sono adattati al contesto, modificando di conseguenza l'atteggiamento tattico della unità sul campo, riducendo di conseguenza il tasso di perdite.
A quel punto, la controffensiva, da operazione di manovra multidominio si è trasformata in un'operazione centrata sull'attrito delle forze avversarie, un tipo di guerra, sostengono gli analisti Franz-Stefan Gady e Michael Kofman, più consono alla dottrina e all'addestramento delle truppe ucraine.
A che punto è la controffensiva ucraina?
A determinare il successo o il fallimento dell’attuale controffensiva ucraina sarà la capacità delle due parti di sostenere più a lungo dell’altra il livello di attrito senza perdere la propria capacità di combattimento.

"La controffensiva ucraina, la ‘linea Surovikin’ e la prossima fase dell’invasione russa" su Valigia Blu