"Le voci cancellate della sinistra ucraina" su Not
Un'intervista con il militante anarchico Nerofumo a proposito di "Qui siamo in guerra", raccolta di testi antifascisti, femministi e anarchici ucraini.
Quelle della sinistra ucraina sono voci che è estremamente difficile ascoltare nel dibattito a proposito dell'invasione del paese est europeo. Eppure sono molte le organizzazioni - antifasciste e femministe, di ispirazione anarchica o socialista - attive oggi nella società ucraina.
Qui siamo in guerra, piccola raccolta di scritti e testimonianze di militanti antifascisti, femministi e anarchici ucraina pubblicata da Malamente Edizioni, contribuisce a diffondere in Italia alcune di questi voci rimosse.
Una lettura importante per chi volesse mettersi all'ascolto delle analisi e delle letture di chi la guerra la vive sulla propria pelle. Che si sia d'accordo con le posizioni espresse o che non le si condivida, penso che i testi raccolti nel libro siano un punto di partenza da cui la sinistra occidentale non dovrebbe prescindere in questo momento.
Per Not ho intervistato Nerofumo, militante anarchico del circolo Berneri di Bologna e curatore del libro.
Qui siamo in guerra nasce dalla rete di rapporti che, come anarchici, avevamo cominciato a tessere con le compagne e i compagni di quell’area geografica, in particolare le anarchiche e gli anarchici bielorussi, a partire dai primi anni del Duemila», spiega Nerofumo. «In questo periodo di tempo, per loro, come per le compagne e i compagni russi, l’Ucraina, con la sua democrazia fragile e imperfetta, ha rappresentato un porto sicuro verso cui riparare, soprattuto durante l’ondata repressiva che, tra il 2010 e il 2013, ha di fatto annullato i movimenti radicali in Russia e in Bielorussia. Queste compagne e questi compagni avevano preso seriamente la possibilità che le truppe russe avrebbero invaso l’Ucraina e avevano iniziato a organizzarsi per questa eventualità ben prima del 24 febbraio. Di questa organizzazione facevano parte anche i loro canali di comunicazione rivolti verso l’esterno del paese.