Le geografie minime del lavoro indipendente

Che ruolo ha la geografia urbana nella vita di un lavoratore indipendente? Una riflessione psicogeografica sull'identità freelance.

Una mappa dipinta dall'artista Robert Walden. L'opera di intitola "Ontological Road Map 040511"
Robert Walden - Ontological Road Map 040511

Da quando ho scelto la strada dell'indipendenza professionale ho passato molto tempo a riflettere sulla mia nuova condizione. Alcune di quelle riflessioni cono confluite nella serie pubblicata lo scorso anno su Siamo Mine, mentre altre hanno trovato posto nel blog o sui miei canali social, in particolar modo su Twitter.

Con questo post voglio riprendere il filo di quei discorsi, riflettendo sulle esperienze fatte nei mesi passati e provando a inquadrare la questione dell'indipendenza dal punto di vista dello spazio.

È tutto sommato risaputo che una delle caratteristiche che definiscono l'indipendenza come dimensione professionale sia anche quella di poter svolgere il proprio lavoro da qualunque luogo in cui sia disponibile una connessione a internet.

Oggi, che qualsiasi smartphone può trasformarsi in un hotspot, questo significa che un lavoratore indipendente può svolgere la professione praticamente da ovunque ci sia campo e segnale.

Questo passaggio tuttavia è tutto tranne che scontato. A me sono serviti quasi sei mesi per sentirmi del tutto a mio agio nel lavorare in luoghi diversi dalla postazione che avevo allestito in casa mia e che, soprattutto all'inizio, ha fatto le veci dell'ufficio, ricostruendone alcuni degli elementi che ne costituivano il layout.

Per compierlo a pieno mi è stato necessario imparare a gestire in modo più flessibile e, in un certo senso, frammentato la mia capacità di concentrarmi sul lavoro.

In una condizione di lavoro dipendente, il tragitto casa-lavoro regola la capacità di concentrarsi funzionando un po' come un interruttore. Muoversi dalla propria abitazione all'ufficio è un gesto che accende (o spegne) la concentrazione. È fondamentale per entrare nella condizione mentale corretta per svolgere il proprio lavoro.

Da indipendenti però si perde una parte, a volte anche consistente, di questa regolarità e, dal momento che l'indipendenza è anche indipendenza di tempo, spesso diventa necessario allenare ad attivare la propria capacità di concentrazione in modo più irregolare.

Una sessione di lavoro, per esempio, può essere inserita tra due appuntamenti di carattere personale se, tra essi, c'è il tempo necessario per farlo ma, soprattutto, se si hanno a disposizione luoghi adatti a svolgere i propri compiti in modo comodo.

Nel corso dello scorso anno mi sono accorto così di aver sviluppato una mia personale geografia del lavoro indipendente. Questa geografia è fatta da una rete di luoghi che si sono dimostrati adatti a ospitarmi quando ho la necessità di lavorare fuori da casa mia.

In molte occasioni, la consapevolezza dell'esistenza di una rete del genere mi ha permesso di tracciare percorsi inediti all'interno della mia città, piegando lo spazio alle mie esigenze professionali e, allo stesso tempo, dispiegandolo in modi insoliti e mai sperimentati prima.

Devo a questa consapevolezza una parte consistente dell'esaltante senso di scoperta che mi ha accompagnato nel corso di questo primo anno da lavoratore indipendente.