"Di quali pesi possiamo farci carico?" su Eccetera Magazine
E: la congiunzione, l'ultimo libro di Franco "Bifo" Berradi uscito in Italia per Nero nella collana Not, è un testo denso e importante. Tra le pagine di questo saggio a cui il filosofo bolognese lavora ormai da molti anni, aggiornandolo di edizione in edizione, ci sono una serie di intuizioni utili a mettere in prospettiva la "grande trasfromazione" che stiamo vivendo.
Con questa espressione, Berardi fa riferimento al passaggio dalle modalità analogiche di produzione dell'informazione a quelle digitali. Ma c'è qualcosa di più. Per Berardi, a trasformarsi in modo radicale sono anche e soprattutto le modalità con cui gli esseri umani entrano in relazione tra loro.
Queste passano da una modalità congiuntiva e una modalità connettiva, con una serie di conseguenze la cui portata è tanto ampia quanto problematica. Recensendo il libro per Eccetera Magazine, ho provato a mettere alla prova i temi contenuti nel libro, mostrando in concreto quali sono alcuni degli effetti e delle configurazioni a cui fa riferimento.
Dal momento che la mutazione tecnocognitiva interessa sincronicamente ogni aspetto della società, è rilevante notare come tale integrazione all’interno dell’automa cognitivo globale faccia sistema con la parabola del capitalismo neoliberista, la cui traiettoria prosegue da quasi quarant’anni senza che se ne riesca a intravedere una fine che non implichi una catastrofe di proporzioni spaventose. E se ai tempi di Thatcher e Reagan l’individuo era solo di fronte al mercato che ne regolava la vita – there is no such thing as society – oggi esso pare consegnato interamente nelle mani dell’automa che ha sussunto in sé anche il mercato (o forse è il mercato a essersi sempre stato una sorta di automa). Quali conseguenze produce questa dinamica nella vita delle persone che più le sono esposte?