"Manuale d'istruzioni per abolire il mondo" su Singola
Un saggio sulle condizioni necessarie per far nascere un mondo nuovo, dall'interregno in cui viviamo.
In quali condizioni può darsi un superamento del mondo attuale, con le sue storture e i suoi limiti? È questa la domanda che lega insieme alcuni testi molto stimolanti che ho avuto modo di leggere in questi mesi. Tra questi Dark Deleuze, The dark forest theory od the internet e Capital is dead sono alcuni dei più interessanti.
In un breve saggio, pubblicato su Singola, ho provato a legare insieme alcune delle riflessioni e dei concetti più interessanti di questi libri. Il "Manuale d'istruzioni per abolire il mondo" è nato in questo modo.
Comunicazione, proiezione del sé, racconto della verità su noi stessi e rivelazione delle nostre coordinate sono le condizioni che ci vengono poste per entrare in connessione con gli altri all’interno della rete. Ma queste sono accompagnate da un rischio. Un rischio elevato, collegato direttamente ai due assiomi su cui riposa il web 2.0: che la comunicazione sia un bisogno umano primario, necessario alla nostra sopravvivenza, e che la socialità sia il vettore di ogni conflitto umano. All’interno di questa cornice, l’enfasi sulla comunicazione che fa parte dell’ideologia della connettività concepisce questa attività come uno sforzo incessante ed eccessivo verso la chiarezza di ogni scambio, senza accorgersi che è la connessione stessa a produrre quella complessità che genera i conflitti, in un meccanismo che si auto alimenta. Tanto più proviamo a chiarire noi stessi comunicando attraverso sistemi connessi, tanto più il reale si fa complesso e, di conseguenza, conflittuale. È questa la condizione della nostra esistenza nel mondo costruito dalla connettività.