Breve storia di un post su Facebook

Imbattersi in uno strano post su Facebook e farsi qualche domanda su come funziona l'informazione in rete.

Breve storia di un post su Facebook

Imbattersi in uno strano post su Facebook e farsi qualche domanda su come funziona l'informazione in rete.

Ciao, se sei arrivato su questo post, prima di procedere c'è una cosa che devi sapere. Le immagini del post sono saltate. Sono saltate perché col tempo ho modificato l'url del sito e adesso sono perse per sempre. Siccome si trattave di screenshot non ho modo di recuperarle. Mi spiace

Qualche giorno fa leggevo un post sull'importanza dei rituali nella nostra quotidiana routine lavorativa. Mi ha colpito perché anche io ho dei rituali a cui rinuncio con fatica, soprattutto al lavoro.

Un certo modo di sedermi, di accendere il pc o di aprire le schede del browser. Sono piccoli gesti che accompagnano le mie giornate e mi aiutano a scandire il tempo che passo in ufficio.

Anche se non sempre mi è possibile rispettarlo, prendermi una pausa a metà pomeriggio rientra a tutti gli effetti nella categoria dei miei rituali da scrivania.

Questo pomeriggio ho deciso di passare la mia pausa cazzeggiando su Facebook e, tra un selfie e l'altro, mi sono imbattuto in un post pubblicato da un amico; lo potete vedere qui sotto.

![Post Facebook Ryanair](/content/images/2015/11/Post-Facebook-Ryanair.JPG) Edizione straordinaria!!! Ryanair arriva a Bolzano

Se non lo sapete, tra qualche mese a Bolzano si svolgerà un referendum in cui i cittadini saranno chiamati a decidere sull'allungamento della pista dell'attuale aeroporto.

Un intervento che porterà a 1462,6 metri la pista dello scalo altoatesino, aumentandone di molto la capacità. Intorno al progetto, il cui business plan è stato redatto Johann Frank della Airport Consulting di Vienna, aleggiano diversi dubbi e polemiche.

Da quando è stato costruito, nell'aeroporto bolzanino si sono avvicendate numerose compagnie. Nessuna delle quali è mai resistita a lungo.

Air Alps ad esempio, ne dava notizia Il Nordest Quotidiano, ha sospeso i voli su Bolzano a inizio anno, con alle spalle lo spettro del fallimento. E dall'inizio di agosto, causa lavori, nessun velivolo decolla e attera più nel capoluogo altoatesino.

Che Ryanair si interessi al nostro piccolo aeroporto è senza dubbio una notizia bomba. Ryanair è la più famosa compagnia low cost, un brand riconosciuto e una compagnia solida. Potenzialmente è un gamechanger, se Ryanair vola su Bolzano difficile mettere in discussione l'utilità dello scalo.

Clicco sul post per saperne di più. E mi trovo di fronte questo articolo.

![Lancio Ansa Ryanair](/content/images/2015/11/Lancio-Ansa-Ryanair.JPG) L'articolo originale dell'Ansa, in cui non c'è traccia di Bolzano? Gombloddo?!?!

Insomma di Bolzano, nell'articolo dell'Ansa, non c'è traccia e non si fa menzione. Strano, non trovate? Su Facebook gira una notizia bomba, ma l'articolo linkato non parla in nessun modo di quanto annunciato dal titolo.

Mistero? Complotto? Massoneria? Controllo della mente?

Potrebbe essere, eppure è probabile che non sia così. Insospettito chiedo all'amico che ha condiviso il link se si tratta di un esperimento sociale. Lui mi dice che non lo sa, ma che anche a lui suona strano. A quel punto gli domando di dirmi da dove ha condiviso il post, perché sono determinato a capire da dove è partito.

Se non lo sapete, quando postate un link su Facebook potete modificare a vostro piacimento l'anteprima del titolo (oltre all'immagine e a ogni altro elemento dello snippet).

Il mio sospetto è che qualcuno abbia modificato apposta il titolo del post.

Non è un mistero che la fruizione delle notizie su Facebook sia fatta di letture rapide, che non vanno in profondità. Non sono molte le persone che cliccano sui link, limitandosi a leggere i titoli degli articoli come si leggono i titoli nelle civette delle edicole.

Cambiare il titolo dell'articolo dunque ne altera il senso, creando un meme facilmente riproducibile. Ma a che pro?

Mentre mi scervello per trovare la risposta, l'amico di cui sto commentando la condivisione tagga la persona da cui il post pare aver preso origine. È un utente Facebook di cui non sono amico, tale Robert Tauber Calvo Jimenez, che si limita a commentare lo scambio con una emoji raffigurante un dolce e sorridente angioletto con aureola regolamentare.

Faccio un paio di ricerche e scopro che Robert Tauber Calvo Jimenez altri non è che Roberto Tubaro, musicista e comico bolzanino, membro del collettivo di cabarettisti Cababox (o almeno così recita la copia cache del sito del gruppo).

![Il comico e musicista Roberto Tubaro](/content/images/2015/11/Il-comico-e-musicista-Roberto-Tubaro.jpg) Public Enemy N.1 Roberto Tubaro alias Robert Tauber Calvo Jimenez

L'angelica emoji con cui il Tubaro commenta lo scambio tra me e il mio amico sembra proprio indicare che si tratti di una burla ben architettata. Una beffa che sfrutta l'attualità locale e smaschera i meccanismi con cui siamo abituati a percepire le notizie sui social, diventati ormai la nostra principale fonte di informazione e relazione con la realtà.

Tutto bene, quel che finisce bene? Si, ma se non si fosse trattato di una burla?

Il caso di Roma fa Schifo è emblematico. In molti sostengono che il celebre blog antidegrado capitolino non sia altri che uno strumento di lobbying nelle mani di un grande gruppo immobiliare, che lo usa per orientare gli umori della cittadinanza in modo favorevole ai propri interessi.

Come insegna il controverso esperimento sul tuning emozionale di Facebook, i social sono il luogo in cui è possibile effettuare una messa a punto delle emozioni del corpo sociale e indirizzarle a proprio piacimento.

Nulla avrebbe vietato alle lobby che hanno interesse nell'ampliamento della pista dell'aeroporto bolzanino di adottare la stessa strategia per influenzare il voto del referendum. D'altronde chi saprebbe resistere a Ryanair?

Attività di cyber lobbying che sfruttano questi meccanismi sono ormai all'ordine del giorno. Imparare a vagliare e riconoscere la natura delle informazioni a cui ci esponiamo in rete è quindi sempre più una necessità ecologica.

Quanto questi meccanismi disfunzionali siano radicati in noi, però, dovrebbe dircelo Roberto Tubaro, magari facendoci sapere il numero delle condivisioni del suo post...