Sputi contro vento: recensione doppia a Amianto e Voi, Onesti Farabutti
Una doppia recensione ai libri *Amianto* e *Voi, onesti farabutti"* di Alberto Prunetti e Simone Ghelli.
Alberto Prunetti e Simone Ghelli sono due scrittori che fanno parte di quella generazione di "maledetti toscani" che negli ultimi anni ha saputo costituirsi in una scena letteraria viva e ricca per qualità della proposta e interesse.
Ghelli e Prunetti condividono oltre alla Maremma, la terra che li ha visti nascere, il percorso formativo presso l'Università degli Studi di Siena tra la fine degli anni '90 e il principio degli anni '00.
Oltre alla biografia, alla parlata e alle traiettorie li accomuna il fatto di aver pubblicato entrambi due romanzi negli ultimi mesi. Due romanzi che, in un certo senso, possono dirsi parenti: cugini o addirittura fratelli.
Si tratta di Voi, onesti farabutti (Ghelli, Caratteri Mobili) e Amianto (Prunetti, Agenzia X).
Ad affratellare questi due libri è una riflessione, profonda e dolorosa, sulla morte del padre, che i due autori affrontano da punti di vista diversi ma complementari. Quella di Prunetti è un'intensa anamnesi che ripercorre la vicenda del padre, Renato. Operaio metalmeccanico morto a causa dell'esposizione all'amianto. È un ritratto rabbioso e carico d'affetto, quello che Prunetti dipinge nelle pagine del libro.
Dove l'affetto diventa ricordo per fondersi con quella rabbia che si fa memoria collettiva di una nazione. La storia di Renato e la storia dei molti Renato sulla cui salute qualcuno si vanta di aver ricostruito questo paese sulle macerie di una guerra prima voluta e poi ripudiata con codardia. La storia di Renato e Alberto è la storia di due generazioni che la retorica imperante vorrebbe nemiche e che invece condividono <a title="Il sacco di polvere di marmo" stesso destino di sfruttamento.
Amianto getta un ponte tra le generazioni. Quel ponte crollato nel romanzo di Ghelli. Qui è un altro padre di cui si va alla ricerca, il nonno. Simbolo duro e controverso di una memoria, quella della Resistenza, che si fa giorno dopo giorno più sbiadita. Anche qui è la generazione dei padri a mancare. Ma se in Amianto il padre mancava perché il Capitale lo aveva consumato alla catena del lavoro in Voi, onesti farabutti il padre manca perché ha voltato le spalle.
Il padre attorno al cui vuoto scrive Ghelli è il padre che ha voltato le spalle a tutti i Renato d'Italia. Il padre che per pigrizia, comodo o cattiva coscienza ha preferito non curarsi del bene comune che gli era stato affidato e che oggi, atterrito tra i braccioli della sua poltrona, guarda con disprezzo e paura un mondo che non capisce più.
Nell'esortazione a essere i genitori che ci era stata rivolta qualche anno fa forse non c'era solo l'invito a guardare avanti, a costruire zattere sulle acque malferme della relatività postmoderna. Forse c'era anche l'invito a guardarci alle spalle, a ritrovare una memoria, a inserirci nuovamente in una serie storica che il Potere ci aveva fatto credere interrotta. Bloccata.
Questi due libri hanno la forza di riannodare quei lembi sfilacciati, ci danno strumenti per farlo. Sono sputi sulla mano, asciugati dal piccone, sono sputi nella terra da cui si impasta l'uomo, sono sputi controvento.