#skateandcreate2 flow
Che cos'è il flow e come si applica questo concetto allo skateboarding?
Ieri sera leggevo un articolo che avevo messo da parte un po' di tempo fa, si intitola The Neuroanatomy of Freestyle Rap. Racconta di uno studio condotto su alcuni rappers per capire quali sono le aree del cervello che si attivano durante il freestyle, quella tecnica di canto che consiste nell'improvvisare rime a tempo su un beat molto semplice.
Lo studio ha messo in luce come durante il freestyle le aree del cervello solitamente dedicate alle operazioni di autocontrollo (self monitoring) e correzione (editing) vengono disattivate.
In other words, in order to turn on their creative flow, the rappers had to switch off their inner critic. And in fact, the researchers believe that when they're freestyling, the artists are actually occupying an altered state of mind. A closer look at their brain activity reveals that an entire, unique network emerges during the process, one in which motivation, language, emotion, motor function, sensory processing and the representation of the artists' subject experience all interact in unusual ways to create the flow state.
La Teoria del flowè una teoria psicologica elaborata da Mihály Csíkszentmihályi. In breve si tratta di uno stato mentale di intensa concentrazione che determina una sensazione di energico coinvolgimento in una attività con obiettivi ben definiti, un feedback immediato e il giusto equilibrio tra difficoltà e capacità percepite.
Entrare nel flow (flusso) significa riuscire ad eseguire un'operazione di qualsiasi genere con facilità, estraniandosi dall'ambiente circostante.
La teoria del flow ha dato un grande contributo alla comprensione del funzionamento della creatività e allo studio dei processi neurofisiologici che la sottendono. Numerose infatti sono le analogie che emergono dallo studio dell'attività cerebrale di artisti, musicisti e sportivi.
Lo skateboarding è una forma di performance che lascia numerosi spazi alla creatività ed è interessante leggerla alla luce di studi come questo.
La clip che ho inserito nel post è tratta da Pj Ladd's Wonderful Horrible Life, una produzione che fece molto scalpore quando uscì, all'inizio degli anni zero. In questa clip potete vedere la parte del video di PJ Ladd il giovane skater che dà il nome al video stesso. Ciò che mi colpisce di questo materiale non sono tanto i singoli trick (gradinate, passamani, ecc.) quanto le numerose session.
Il termine session si usa quando uno skater chiude più trick uno dietro l'altro. Al di là della difficoltà dei trick chiusi da Pj Ladd ciò che suscita maggiormente la mia attenzione è la facilità con cui questi vengono realizzati e soprattutto la spontaneità con cui lo skater sembra sceglierli di volta in volta dal suo repertorio di manovre acquisite.
Quando si muove attraverso lo spazio urbano lo skater deve tenere conto e processare mentalmente innumerevoli dati e informazioni: i passanti, le automobili, gli altri skater, i cambiamenti nella superficie del terreno, il tipo di spot e di ostacoli che ha di fronte, il tipo di manvora che vuole provare, ecc. Il tutto in pochi secondi.
La creatività nello skateboarding si esprime perciò proprio in questa dimensione di calcolo e attuazione delle possibilità che si sviluppano durante la singola sessione. Come il jazzista o il rapper, anche lo skater è un improvvisatore, molto del fascino di questa disciplina risiede perciò in questo mix di calcolo ed estro che si dispiega liberamente nell'interazione tra la suola di una scarpa e la ruvida superficie di una tavola di acero.