La scuola altoatesina spiegata ai miei follower di X

Ieri pomeriggio, una persona che mi segue su X mi ha chiesto un parere a proposito della polemica secondo cui, per un esponente della Südtiroler Volkspartei (da qui in avanti SVP), il partito di raccolta della minoranza madrelingua tedesca dell'Alto Adige, ci sono "troppi bambini italiani nelle scuole tedesche.

Mi fa piacere farlo, perché ogni occasione è buona per raccontare il posto in cui vivo senza appiattirne la complessità. Farlo nei 280 caratteri che X mette a disposizione sarebbe stato però arduo, per cui ho deciso di soddisfare la curiosità di questa persona, che ringrazio, scrivendo il post che state per leggere.

Fai un bel respiro prima di cominciare, perché il viaggio non sarà breve ma, spero, non noioso. Fatto? Bene, allaccia le cinture. Si parte!

La calda estate della classe ghetto.

Prima di (ri)diventare virale grazie al titolo del Corriere condiviso senza troppo contesto sui social, la scuola altoatesina è già stata oggetto di polemiche nel corso dell'estate.

Alla fine di agosto, infatti, la dirigente della scuola Goehte di Bolzano aveva annunciato la creazione di una classe speciale riservata ai bambini di madrelingua italiana e agli stranieri iscritti all'istituto.

Le polemiche sollevate dalla decisione, che pure era stata accolta con un certo favore soprattutto dagli esponenti bolzanini della SVP, erano state tali da costringere l'intendenza scolastica tedesca ad aprire un procedimenti disciplinare contro la dirigente, bloccando di fatto il progetto della classe separata, prontamente ribattezzata "classe ghetto".

L'intervento non è bastato a placare la polemica.

Un paio di giorni fa, il capogruppo della SVP in consiglio provinciale ha dichiarato che c'è "troppa pressione di bambini italiani nella scuola tedesca," chiedendo anche che "la scuola italiana migliori l'insegnamento per evitare questa migrazione."

Questi, in sintesi, i fatti. Se leggendoli senti di essere un po' confuso è probabile ti manchino alcuni pezzi. Non preoccuparti, te li sto per spiegare.

Breve storia di due scuole.

In Alto Adige esistono due scuole: quelle in cui l'insegnamento è svolto in lingua tedesca (con l'italiano come seconda lingua) e quella in cui l'insegnamento è svolto in lingua italiana (con il tedesco come seconda lingua).

Dietro questa situazione ci sono, ovviamente, delle ragioni storiche.

Dopo essere stato annesso al regno d'Italia al termine della Prima Guerra Mondiale, l'Alto Adige è stato oggetto di un processo di colonizzazione interna che l'avvento del fascismo ha accelerato in modo brutale.

Nel corso del ventennio vennero italianizzati i nomi e i cognomi delle persone e tutti i toponimi della zona. Fu inoltre vietato l'uso e l'insegnamento della lingua tedesca, portando alla creazione di scuole clandestine, le cosiddette Ktakombenschule.

La colonizzazione interna fu vissuta dalla popolazione madrelingua tedesca come uno shock culturale di ampia portata. È da questo trauma che hanno origine tutti i processi culturali che hanno definito l'identità della minoranza tedesca dell'Alto Adige nel dopo guerra e tutti i processi storici che hanno portato all'approvazione dello statuto di autonomia e a tutte le vicende successive a essa.

Non c'è abbastanza spazio e non sono abbastanza preparato per raccontare con la dovuta precisione questi processi, quindi dovrai accontentarti di questa rapidissima ricognizione.

Se vuoi capire perché oggi, in Alto Adige, ci sono due scuole divise per lingua dovrai fartela bastare, altrimenti ti tocca fare le tue ricerche. Buona fortuna.

Perché gli italiani mandano i figli alle scuole tedesche?

Bella domanda.

Se sei arrivato fino a qui facendotela è arrivato il momento di spiegarti il motivo per cui come mai, pur avendo a disposizione scuole che che insegnano in lingua italiana, i genitori madrelingua italiana mandano i loro figli nella scuole in cui l'insegnamento si svolge in tedesco.

O almeno quale, secondo me, è la ragione dietro questo quesito.

La risposta più semplice potrebbe essere perché desiderano che i loro figli imparino la seconda lingua della provincia che, a conti fatti, è anche la prima. Ma, in questo caso, il rasoio di Occam fa cilecca o, per lo meno, ha bisogno di essere approfondito.

Per quanto mi riguarda penso che i genitori italiani mandino i loro figli nelle scuole tedesche per imparare la seconda lingua della provincia, perché sono convinti che questo possa dar loro un vantaggio nella vita.

Il motivo è presto detto: la conoscenza della seconda lingua è un requisito indispensabile per poter lavorare nella pubblica amministrazione locale - comuni e, soprattutto, provincia - che viene vista come uno sbocco professionale sicuro, ben remunerato, che dà accesso a moltissimi privilegi.

Che la realtà sia poi diversa e il posto fisso, comunale o provinciale, non siano più così ambiti, come dimostra la cronica difficoltà nel reperire personale, non cambia il fatto che il percepito e l'immaginario della maggior parte delle persone siano ancora quello del posto fisso pubblico come sbocco professionale altamente desiderabile.

In subordine, esiste la percezione che l'insegnamento nelle scuole tedesche sia qualitativamente superiore a quello somministrato nelle scuole italiane che, per alcuni questo conta, sono anche piene di stranieri.

Anche in questo caso la realtà può differire, e di molto, dalla percezione.

La qualità dell'insegnamento dipende da molte variabili e gli stranieri, ce lo dice la cronaca, sono ormai parte del nostro tessuto sociale e non si fanno problemi a iscrivere i loro figli alle scuole tedesche.

Flavio, amico mio, ti starai chiedendo arrivato fino a qui, ma non è che niente niente sei un tantino esagerato e malfidente? Magari i genitori italiani iscrivono i loro figli alle scuole tedesche perché così possono comunicare e socializzare coi loro coetanei di diversa madrelingua.

Potrebbe pure essere, in qualche caso è certamente così.

Per esperienza, però, tendo a pensare che in generale non lo sia perché le persone altoatesine di lingua tedesca per comunicare tra loro usano soprattutto una serie di varianti dialettali del tedesco che poco hanno a che fare con il tedesco che si impara a scuola (Hochdeutsch) e che viene usato per comunicare in un numero limitato di contesti tra cui, appunto, quelli lavorativi.

Perché ai politici tedeschi dà così tanto fastidio che i genitori italiani iscrivano i figli alle scuole tedesche?

Altra bella domanda.

La motivazione ufficiale è che, in questo modo, si creano classi poco equilibrate, perché il livello di padronanza di quella che dovrebbe essere la prima lingua non è uniforme.

I bambini madrelingua tedesca sarebbero così danneggiati dai bambini non madrelingua, che rallenterebbero il programma, costringendo gli insegnanti a seguirli con maggiore attenzione rispetto agli altri.

C'è, a essere obiettivi, una parte di ragione di questa preoccupazione. Ma sul piano dei valori, purtroppo, è irricevibile.

Aggiungo, ma quella che segue è una mia opinione, che la scuola e la lingua sono due argomenti profondamente identitari, probabilmente i più identitari che abbiamo, insieme alla toponomastica.

Agitarli ora, al di là del fatto che la cronaca ne offre l'opportunità, può essere interpretato come un segnale nei confronti di un elettorato, quello tedesco che alle ultime elezioni provinciali è apparso spostarsi verso destra, anticipando in parte il cambiamento politico verso cui sia l'Austria che la Germania sembrano indirizzate dopo le ultime tornate elettorali.

Personalmente spero che quest'ultimo sia un sospetto infondato ma, dovrebbe esserti ormai chiaro, tendo a pensarla sempre per il peggio.

Quindi, in soldoni, qual è il problema?

Beh, magari ce ne fosse uno soltanto di problema.

Il fatto è che ce ne sono molti. Uno sono le aspettative dei genitori, costruite su immaginari che stanno diventando rapidamente obsoleti. Un secondo, quanto meno per me, è che ci sono scuole divise a seconda della principale lingua di insegnamento, cosa che genera tutta una serie di squilibri. Un terzo problema è un'idea di scuola performativa in cui, invece di riconoscere la specificità di ogni persona che la frequenta e adattarsi di conseguenza, si persegue un modello basato su aspettative standardizzate.

A onor del vero si potrebbe anche pensare che la classe "ghetto" possa essere una soluzione che va in direzione di risolvere il terzo problema, se non fosse che la rigida divisione su cui si basa il sistema scolastico locale la rende problematica e irricevibile.

Questo, in sostanza, quello che avevo da dire sulla questione. Come vedi, 280 caratteri erano troppo pochi. Adesso direi che possiamo salutarci.

Scusa? Come dici? Una soluzione? Ah, guarda, non chiederla a me. Io sono solo un povero scrittore, mica un tecnico. Domandala a loro, la soluzione. Io posso solo dirti che di questo ho parlato in un certo romanzo di cui casualmente ti lascio la call to action qui sotto ⤵️.

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