"Perturbanti riflessi del digitale" su Singola

Per una storia della letteratura elettronica italiana di Roberta Iadevaia non è solo una ricognizione del fenomeno della e-lit nel nostro paese. È anche un ottimo compendio di teoria digitale, che mostra come la letteratura elettronica agisca come specchio deformante e discorso critico sul nostro rapporto con le tecnologie digitali.

Nella recensione pubblicata su Singola ho provato ad approfondire questa intuizione.

La letteratura elettronica diventa quindi, nella trattazione che Iadevaia ne fa all’interno del suo libro, una lente attraverso cui leggere quella che Franco “Bifo” Berardi chiama la “grande accelerazione”, ovvero tutto l’insieme dei cambiamenti che le tecnologie digitali hanno imposto alla società globale, accelerandone in modo estenuante alcune dinamiche di sviluppo. Una lente critica e deformante che, lavorando con il linguaggio, la materia espressiva verso cui convergono tanto l’uomo quanto i computer, mostra il doppio perturbante e alieno del panorama mediale digitale in cui siamo immersi. La letteratura elettronica lavora infatti dentro e contro i principi che definiscono la “corretta” creazione dei media digitali. Le opere di letteratura elettronica rifiutano quindi tanto la trasparenza delle interfacce, a cui preferiscono l’opacità e l’errore, quanto la funzionalità del codice, che travalicano in direzione dell’estetica. Il loro scopo non è offrire a chi le fruisce un’esperienza pacificata, piacevole, frictionless; quanto piuttosto di metterne in discussione le certezze, portandolo a contatto con un universo di logiche e agentività altre rispetto a quelle che regolano lo sviluppo dell'umano, contestandone costantemente il primato e aprendo di continuo squarci verso un panorama dai contorni compiutamente postumani.
Perturbanti riflessi del digitale - Singola | Storie di scenari e orizzonti
In
Continua a leggere "Perturbanti riflessi del digitale" su Singola