#ioleggopiùdirenzi i dieci tweet migliori
Rispondiamo agli insulti di Renzi con un libro!
Fai un tweet con quello che stai leggendo e #ioleggopiùdirenzi pic.twitter.com/xs7WhKlqXH
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 13 Gennaio 2015
Con le dimissioni di Napolitano ormai divenute realtà e sulla scorta della tragica settimana vissuta da Parigi, anche il dibattito politico nazionale s'infiamma.
A dare fuoco alle polveri è il fulgido ex sindaco di Firenze, nonché segretario del PD, nonché premier, Matteo Renzi. Chiudendo il semestre di presidenza italiano dell'Unione Europea, Renzi cita Dante, ricevendo una salva di fischi dai banchi della Lega.
Piccato il premier risponde agli europarlamentari della Lega Nord, che piace anche al Sud e nelle isole, "capisco che leggere più di due libri è difficile, per alcuni"
A stretto giro di posta arriva il contrattacco di un Matteo Salvini. Il leader del carroccio (ma si dirà ancora, carroccio?) in versione Stuka digitale sgancia su Twitter l'hashtag #ioleggopiùdirenzi
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A destra non ci stanno a passare per ignoranti e il bombardamento si fa più intenso. Ben 890 tweet martellano da ore la rete (fonte Topsy). Morti e feriti non si contano. La popolazione è paralizzata nei rifugi o in fuga verso il confine in cerca di salvezza.
Certo di fare un servizio utile a tutti, ho deciso di sfidare il bombardamento e aggirarmi tra le macerie alla ricerca dei dieci tweet migliori taggati #ioleggopiùdirenzi
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Ne è venuta fuori un'interessante sociologia della lettura di destra, che lascio a voi il compito di decifrare come meglio credete.
Quando c'era lei
Indubbiamente La Rabbia e l'Orgoglio è ormai uno dei classici della lettura di destra. Povera Orianona, chissà che penserebbe, se fosse ancora viva. Meno male che le è stato risparmiato questo scempio, anche se il suo spirito indomito e controcorrente resta vivo e acceso nel cuore di ogni lettore di destra.
Ottimo per dare al proprio becerume quell'aura d'intellettualità essenziale per fare una bella figura in società, questo libro è un must in ogni scaffale IKEA Billy, pardon Guglielmo.
Sicuramente #ioleggopiudirenzi e dico meno stupidaggini. @matteorenzi pic.twitter.com/KHatGZd2yx
— Giacomo Zobbio (@JekStain) 13 Gennaio 2015
Distopie
Altro grande classico della lettura di destra, il George Orwell di 1984. Scelta meno scontata rispetto a La fattoria degli animali, e polemica. Il capolavoro distopico dello scrittore inglese infatti è più ricco di contraddizioni e ambiguità rispetto all'apologo animalier. Perfetto per rimarcare che anche i lettori di destra sono capaci di analisi articolate, capito Matteo?!?
1984, se tutti l'avessimo letto, non saremmo in questa situazione. @matteosalvinimi #ioleggopiùdirenzi pic.twitter.com/RLKNo7s9aA
— Domenico Salatino (@DomSalatino) 13 Gennaio 2015
Convergenze parallele
Nicolai Lilin, lo scrittore immigrato che piace a Casapound, è perfetto per mandare un messaggio di convergenza tra i bravi ragazzi del terzo millennio e la Lega futuristica e nazi-pop che piace tanto a Salvini. Educazione Siberiana è il perfetto punto d'incontro tra le due tendenze della destra nazionale: quella stradaiola e ribelle e quella di palazzo. Ovviamente da tenere a mente il consiglio dello scrittore russo sull'opprotunità di farsi educare in Siberia.
— piccolo perfido (@diegocantavai) 13 Gennaio 2015
Accademia e autodeterminazione
La rivista dell'associazione culturale Terra Insurbe, coi suoi evidenti richiami di sapore accademico, rimarca la capacità del lettore di destra di impegnarsi in letture ostiche. Meglio ancora se i temi toccano le insorgenze antigiacobine dal Varesotto al Bresciano e l'epopea Carlo Del Teglio, l'anima celtica della Valsassina.
— Tullio Angioletti (@TullioAngio) 13 Gennaio 2015
Un uomo per tutte le stagioni
Stupisce vedere l'incubo della destra berlusconiana tra le letture della destra salviniana. Eppure lui, il riccioluto castigamatti catodico, è un uomo per tutte le stagioni. L'importante è rompere il cazzo, non importa a chi o come, basta rompere il cazzo. Non avete ancora capito di chi si sta parlando? Ma è semplice, si tratta di Marco Travaglio.
#ioleggopiudirenzi @matteosalvinimi pic.twitter.com/K744SedrSZ
— Irene S. (@irene_salv) 13 Gennaio 2015
Evergreen
Il Libro nero del comunismo, quanti ricordi. Bei tempi, cos'era? Il '98 o il '99? Comunque c'era Silvio al massimo del suo splendore e poi mortadella Prodi. E la Serie A era ancora il campionato più bello del mondo. E i comunisti pagavano lo scotto dei loro crimini e c'era sempre una nuova foiba da scoperchiare. Sigh, bei vecchi tempi andati...
— Andrea (@AndreaOlma) 14 Gennaio 2015
Digitale
Non conosco il libro, ma è bello vedere che anche i lettori di destra hanno abbracciato la rivoluzione digitale. Ereader ed ebook non spaventano di certo l'elettore leghista. Anzi l'innovazione è una battaglia da combattere tanto quanto il contrasto all'immigrazione clandestina e la lotta contro i campi Rom.
#ioleggopiudirenzi e sono orgoglioso di essere leghista 😝 pic.twitter.com/wqapRfdTJQ
— Max1966 (@MmMax1966) 13 Gennaio 2015
English please
L'utente @italygenocide ci tiene a sottolineare al premier che lui legge soprattutto in inglese. Nessuno però gli ha fatto notare l'incongruenza tra la difesa dell'italianità e l'uso del barbaro idioma d'albione. Qualcuno potrebbe passare un brutto quarto d'ora...
#ioleggopiudirenzi in inglese, tra l'altro. pic.twitter.com/fI0JhLQu7i
— italygenocide (@italygenocide) 13 Gennaio 2015
E alla fine un po' di relax
Perché va bene leggere libri impegnati, ma la figa è sempre la figa.
@matteosalvinimi #ioleggopiùdirenzi pic.twitter.com/fDNHBl2rUr
— daniele (@ManglaDan) 13 Gennaio 2015
Il libro che non c'era
Menzione speciale per Soumission di Houellebecq. Il libro, twittato ieri da Matteo Salvini, sarebbe stato pubblicato soltanto dopodomani. Accortisi dell'epic fail, al comando supremo della Lega Nord hanno prontamente rimosso il tweet futuristico, sotituiendolo con il già citato 1984. Segno che almeno il libro di Orwell lo hanno letto fino alla fine.
#Houellebecq suspend la promotion de son roman #Soumission http://t.co/OO3el1KtRW pic.twitter.com/7NNGtxnClo
— Le Devoir (@LeDevoir) 8 Gennaio 2015