Mi arricchisce la gastrite?
Questo post comincia parlando de lammerda, "quella che volente o nolente ti esce dalle terga" [cit.]. Che oggi signfica parlare del triangolare che su Twitter ha visto impegnati Christian Rocca e Guia Soncini dare addosso a Guido Baldoni. Se per caso non sapete di cosa sto parlando potete leggere una dettagliata ricostruzione nel post di Gloria Baldoni intitolato «Smamma», «me ne vado» e i parenti morti: i veri troll sono loro.
In sintesi è successo che Christian Rocca in un tweet ha "tradotto" liberamente il passaggio di un articolo del Washington Post, facendo passare il concetto che in Medio Oriente non esistono forze politiche o espressioni della società civile moderate. Una sciocchezza che aveva già provato a far passare giorni fa, venendo smentito seduta stante da un'alluvione di fonti che dimostravano il contrario.
Baldoni, che di mestiere fa il traduttore, prova a far notare al giornalista (che, è bene ricordarlo, è cresciuto nutrendosi al trogolo di Giuliano Ferrara) che sta dicendo, in malafede, una cosa non vera. Rocca reagisce da prima con una sequela di "smamma, troll" e poi facendo l'offeso e annunciando l'addio da Twitter.
Non contenta della misera figura rimediata dal suo collega, Guia Soncini interviene nella questione con questo delicatissimo tweet
Ma giocarsi il parente morto nella polemicuzza su Tuìtter si può fare più volte? È come passare dal via e ritirare le 20mila a Monopoli?
— lasoncini (@lasoncini) 24 Agosto 2014
Delicatissimo perché Guido Baldoni è il figlio di quell'Enzo Baldoni giornalista, traduttore e volontario della Croce Rossa che giusto nell'estate di 10 anni fa venne ucciso, in circostanze ancora poco chiare, da un gruppo integralista in Iraq. Ma a questi due fenomeni del Twitter italico importa ben poco che proprio Guido avrebbe più motivi di altri per non vedere di buon occhio i terroristi di ogni schiatta. L'importante è fare costantemente attention whoring per ricordarsi, a suon di notifiche, di contare ancora qualcosa per qualcuno.
Questo per restare ai fatti, io ve li ho raccontati senza alcuna obiettività, se poi volete farvi un'idea più precisa e meno parziale della mia, siete liberi di farlo. Ma il motivo per cui ho speso del tempo per raccontare questa storia è la persona a cui penso ogni volta che assisto a scene di simile degrado in rete: ovvero Eli Pariser.
Se non lo consocete, Eli Pariser è un politico di sinistra americano, attivista di internet, fondatore e chief executive di Upworthy, sito specializzato nel curare e aggregare contenuti virali in grado di migliorare il mondo. Ecco il buon Pariser ha scritto un libro molto famoso, The filter bubble, in cui riflette su come il web iperpersonalizzato di oggi, quello degli algoritmi di affinità, dei related articles o dei "questo potrebbe piacerti", ha come effetto quello di chiuderci in una bolla che ci anestetizza dalle opinioni e dalle idee che contraddicono la nostra visone del mondo. Una sorta di immenso laghetto di narciso che ci rassicura nella nostra idea del mondo.
Ecco la mia domanda a Eli Pariser, se potessi incontrarlo, sarebbe questa: in che modo Rocca e Soncini mi arricchiscono? Perché dovrei espormi alle radiazioni tossiche dei loro tweet? In nome di quale vocazione al martirio dovrei farlo? Quello che ne ricavo è solo un'immensa gastrite di fronte alla consapevole idiozia di queste persone. Insomma, per finirla qui, Eli Pariser in cosa mi arricchisce, la gastrite?