Giorgio Vasta a proposito di Su Facebook
La recensione del mio saggio Su Facebook firmata da Giorgio Vasta è stata l'occasione per riflettere sul rapporto tra recensioni e vendite a cavallo tra realtà e social network.
La storia è andata così, domenica 27 luglio sono andato in montagna per pranzare coi miei nonni che ogni anno passano un periodo di villeggiatura in Val di Fiemme. Già che c'ero ne ho approfittato per fare 4 passi (e prendermi una bella scarica di pioggia sulla capoccia).
Fatto sta che torno a casa, accendo il cellulare spento dalla sera prima (ché quando vado in montagna a fare roba semplice mica me lo porto dietro) e ci trovo un messaggio di eFFe "Oh, lo sai che sei su Repubblica di oggi no?"
Risposta, no mica lo sapevo. Siccome erano ormai le sette di sera passate ho aperto Facebook dove eFFe mi aveva assicurato esserci una testimonianza fotografica della mia presenza sul giornale di Scalfari. La sorpresa è stata doppia quando ho scoperto che il mio nome figurava su Repubblica collegato a una recensione di Su Facebook scritta da Giorgio Vasta.
Che già basterebbe questo, che uno scrittore come Vasta recensisca un tuo lavoro su un quotidiano nazionale, per essere orgogliosi. Se poi la recensione è più che favorevole e coglie in pieno il senso del tuo lavoro allora è lì che fa capolino il famoso "brodo di giuggiole".
Vasta si concentra su tre aspetti del libro:
- la differenza tra presentazione e rappresentazione
- la differenza tra pubblico e privato
- il ruolo delle azioni sociali nel definire la nostra esperienza su Facebook
Tre aspetti che sono altrettanti punti chiave del progetto del libro, ovvero mostrare come Facebook sia uno strumento che formatta la nostra esperienza riscrivendo aspetti della nostra esistenza sulla base di nuovi principi. Non necessariamente una meccanica nefasta, come nota anche Vasta, ma qualcosa che necessita da parte nostra di addestramento ed esercizio per migliorare le nostre competenze di cittadini digitali.
Questo per restare nell'ambito e nel merito della recensione. Quest'ultima tuttavia è l'occasione per riflettere anche su un altro aspetto del nostro essere e vivere digitali.
Questa mattina infatti con un tweet l'amico John Grady mi informa che
Ciao @El_Pinta su Amazon.it sei al n.2 nella categoria "Educazione" e al n.3 in quella "Internet". Ormai sei KA$TA! @zeropregi
— Fab (@j0hngr4dy) 28 Luglio 2014
ma nel momento in cui scrivo, cioè alle 14.56 del 28/07 il libro si è arrampicato al primo posto delle classifiche "Kindle Store > eBook Kindle > Informatica, Web e Digital Media > Internet" e "Libri > Informatica e Internet > Internet" mentre resiste alla seconda posizione nella classifica "Kindle Store > eBook Kindle > Società e scienze sociali > Educazione"
La prima considerazione che mi sento di fare è che, a dispetto di quanto si dice, una recensione sulla carta stampata, firmata da un nome importante e autorevole, ha ancora un valore nella nostra epoca digitale. Ma, allo stesso tempo, se la foto di quella recensione non fosse stata condivisa su Facebook e non fosse diventata virale (la foto pubblicata da eFFe ha, ad ora, 16 condivisioni e 30 like, quella pubblicata da me altri 30 like) l'ebook non avrebbe potuto ottenere un simile risultato.
Pur non avendo strumenti per misurare efficacemente e con precisione come si sono strutturati i percorsi di acquisto dell'ebook mi pare che si possa trarre almeno una parziale conclusione dai fatti di questa giornata.
Ovvero che c'è un rapporto stretto tra quanto accade nel mondo reale (la recensione) e quanto accade nel mondo virtuale (la condivisione e gli acquisti). O, meglio, c'è una palese continuità tra queste due dimensioni della nostra esperienza che si influenzano vicendevolmente.
Esplorare questa continuità significa esplorare i nostri profili di cittadini digitali, metterli alla prova e capirli meglio. Conoscerli per padroneggiarli e cominciare a essere davvero protagonisti di questa inedita dimensione.