Il terzo tempo anticipato della Guerra Civile Simulata
Qualche pensiero sul selfie di Bruno Vespa e Beppe Grillo.
Non serve essere appassionati di rugby per sapere che il terzo tempo è il tradizionale incontro tra i giocatori che si svolge nel dopo-gara presso la Club House della squadra ospitante.
Si tratta di un momento conviviale pomeridiano a cui partecipano i giocatori, le loro famiglie e a volte anche i tifosi. Il terzo tempo è pensato come un momento di socializzazione e un modo per stemperare le tensioni accumulate sul campo.
Ci possiamo spintonare, afferrare, placcare. Possiamo lottare nel fango, inseguirci, magari anche odiarci. Ma alla fine di tutto ci ritoroviamo per condividere un momento insieme. Mangiamo e beviamo per ricordarci che il gioco è solo simulazione di uno scontro, che quello che succede in campo resta in campo. Questa è, o dovrebbe essere, la base del fairplay.
Cos'è il selfie di Vespa con Grillo se non un terzo tempo anticipato?
Terzo tempo anticipato perché in quei sorrisi sornioni e un po' stolidi, ma tutto sommato sinceri, non c'è traccia della tensione che di li a poco si scatenerà nello studio di Porta a Porta.
Il momento conviviale qui avviene prima dello scontro e ne accentua il carattere simulato. Il selfie postato da Vespa è una dichiarazione di fairplay, l'accettazione da parte di entrambi i contendenti delle regole del gioco e della sceneggiatura che li vedrà antagonisti.
Se si trattasse di wrestling parleremo di "rottura della kayfabe", ovvero della finzione che regola le narrazioni e assegna ruoli precisi ai protagonisti delle storie.
Una rottura che ha lo scopo esplicito di proporsi e circolare nel corpo sociale attraverso il più diretto dei mezzi di comunicazione a nostra disposizione: Twitter.
Infatti, tracciando una storia del selfie a partire dalla pratica artistica dell'autoritratto, Marco Belpoliti nota che
il vero obiettivo di un auto scatto con lo smartphone è quello di condividerlo con gli altri. Il selfie si distingue dall'autoritratto classico perché è fatto espressamente per essere condiviso.
È questa condivisibilità, molto più che il contenuto dell'immagine a rendere significativo questo scatto. Ciò che abbiamo davanti è uno squarcio sul futuro dei prossimi dieci o venti anni. Il selfie di Vespa con Grillo prefigura un futuro in cui il conflitto, che dovrebbe essere il motore della società, è relegato alla scenografia dei talk show.
Una guerra civile simulata che non è guerra perché non ci tocca da vicino e che di civile ha giusto lo stolido sorriso di un selfie.