Un anno con Ghost, o di come ho imparato a scrivere con Markdown

Come si scrive usando Markdown? A un anno dal lancio di questo blog traccio un bilancio del CMS e dell'editor di testo che ho scelto.

Un anno con Ghost, o di come ho imparato a scrivere con Markdown

Come si scrive usando Markdown? A un anno dal lancio di questo blog traccio un bilancio del CMS e dell'editor di testo che ho scelto.

Il 10 marzo del 2014, sulla scia del delirio per True Detective, è andato on line per la prima volta Cupe Stelle Sorgono, il blog che state leggendo in questo preciso momento.

Era da tempo che pensavo di registrare un dominio e lanciare un sito che potesse diventare il centro della mia attività in rete. Per alcuni anni avevo gestito un blog ospitato su wordpress.com, ma alla lunga era diventato inadeguato. La mia scrittura si era fatta più complessa, lunga e curata e quello strumento aveva troppi limiti per poter ospitare adeguatamente il tipo di progetti che cercavo di fare.

In mente avevo una scrittura che avesse il web come orizzonte privilegiato: altamente multimediale, perfettamente ottimizzata, formattata con cura.

Per un periodo abbastanza lungo avevo utilizzato Medium, innamorandomene. La pulizia dell'interfaccia, la possibilità di gestire facilmente il materiale multimediale e la bellezza dell'apparato paratestuale che la piattaforma offriva erano (e sono ancora) insuperabili.

Tuttavia il grosso limite di Medium era (ed è ancora, IMHO) l'impossibilità di far girare la piattaforma di scrittura su un dominio personalizzato. In quei mesi infatti stavo lavorando sulle bozze di Stupidi Giocattoli di Legno , il libro sullo skateboarding che stavo scrivendo e che sarebbe uscito di lì a qualche mese. Per supportare il lancio del libro volevo creare qualcosa attorno a cui accentrare tutta la mia attività sul web.

Un sito con un dominio che facesse direttamente riferimento alla mia persona e alla figura di autore che stavo costruendo era la soluzione ideale. Nonché l'unico modo per poter avere completa padronanza sui miei contenuti, senza restare legato alle decisioni di un provider esterno.

È stato a quel punto che mi sono ricordato di Ghost.

Ghost è un CMS open source sviluppato dalla Ghost Foundation, un'organizzazione no profit fondata da John O'Nolan, ex responsabile del team interfaccia utente di Wordpress. Il progetto è stato lanciato grazie a un crowdfunding da 196.362$ e io lo avevo scoperto per la prima volta nel luglio del 2013, lo stesso periodo in cui avevo iniziato a usare Medium.

Come si scrive con Markdown

Quello che mi aveva colpito di Ghost era proprio la sua somiglianza concettuale con Medium. Nel video di presentazione della campagna e negli articoli che ne descrivevano i concetti e le linee guida si parlava un'interfaccia di scrittura divisa a metà, dove ula parte sinistra era dedicata alla scrittura e quella destra riportava un'anteprima del risultato in tempo reale.

Ma la cosa più innovativa del progetto era l'editor, basato su Markdown.

Markdown è una sintassi che traduce un testo semplice in un documento HTML, pensata e progettata da John Gruber nel 2004 per facilitare il processo di scrittura sul web.

In un editor basato su Markdown qualsiasi genere di formattazione è gestita attraverso una o più combinazioni di segni di interpunzione. Per esempio se volete scrivere una parola in grassetto non dovete far altro che scriverla così: *parola in grassetto*. Il vantaggio è quello di poter formattare rapidamente ogni testo senza essere costretti a interrompere il flusso di scrittura.

Negli editor tradizionali, come quello di Wordpress ad esempio, per formattare una porzione di testo bisogna selezionarla e poi premere un pulsante o la relativa combo sulla tastiera. Questo significa essere costretti a separare la fase di scrittura dalla fase di formattazione o abbandonare il flusso di scrittura per formattare il testo.

Markdown consente di ovviare a questo inconveniente, proprio perché scrittura e formattazione sono operazioni che concettualmente coincidono.

Ovviamente è necessario fare un piccolo sforzo di memoria per tenere a mente tutte le diverse opzioni di formattazione (una pratica guida all'utilizzo di Markdown la trovate sul blog di Ghost) che governano un editor basato su Markdown.

Ma una volta fattaci l'abitudine il sistema diventa estremamente intuitivo e la scrittura estremamente rapida, fluida e naturale.

Inoltre Markdown funziona come un foglio HTML, per cui se volete incollare un elemento di qualsiasi genere, da un tweet a un video di youtube a un pulsante, non dovrete far altro che copiare o scrivere le stringhe di codice necessarie nel vostro editor. Una caratteristica che rende un editor basato su Markdown estremamente versatile e altamente personalizzabile.

Ovviamente passare a Ghost da un CMS consolidato come Wordpress non è stato né facile né indolore. Si tratta infatti di un software il cui livello di sviluppo è ancora primitivo. La versione attuale è la 0.5 e nonostante il team che lo cura sia solerte ci sono ancora molti difetti e bug da risolvere e molte funzionalità che migliorerebbero l'esperienza complessiva devono ancora essere implementate. Come ad esempio la possibilità di gestire, ridimensionare e posizionare l'immagine con facilità attrverso l'interfaccia.

Tuttavia dopo dodici mesi di utilizzo costante posso dirmi soddisfatto.

Scrivere con Markdown è un vero piacere e avere a che fare con un software ancora incompleto mi ha costretto a mettere più volte le mani dentro la struttura del sito, insegnandomi a destreggiarmi con il codice e le problematiche che questo comporta.

Capire com'è fatto un sito, provare a intervenire per modificarlo, sbagliare e dover rimediare ai propri sbagli sono senza dubbio esperienze che insegnano molto e che consiglio di fare a chiunque abbia voglia di confrontarsi con un CMS un pelo più complicato della media, ma che sa regalare enormi soddisfazioni a chi cerca uno strumento pensato appositamente per la scrittura sul web.